Rischio possibile escalation in Medio Oriente
Uno sguardo alla giornata dei mercati europei e globali a cura di Kevin Buckland
L'attenzione dei trader e degli investitori in Asia oggi è sull'escalation delle ostilità in Medio Oriente, mentre si fanno sentire le preoccupazioni per la possibilità di una guerra più ampia.
Il greggio continua a salire, l'oro ha sfiorato i massimi storici e si sono acquistate obbligazioni insieme al dollaro, come bene rifugio.
Alcuni mercati guardano comunque oltre questi rischi, in particolare a Hong Kong, dove l'indice azionario di riferimento Hang Seng ha registrato un'impennata di oltre il 4%: l'euforia del mercato per gli annunci di stimolo della Cina non ha mostrato alcun segno di affievolimento. Questo rally avrebbe potuto acquisire ancora più slancio se i mercati della Cina continentale non fossero chiusi per la Golden Week.
Rimbalzo per i dollari australiano e neozelandese, sensibili al rischio. Entrambi i Paesi sono strettamente legati alle sorti della Cina, uno dei principali partner commerciali.
I futures sulle azioni europee indicano attualmente un'apertura in rialzo.
L'Iran ha dichiarato che l'attacco è terminato, salvo ulteriori provocazioni, dopo il lancio di circa 180 missili balistici. Ma Israele - con il pieno appoggio degli Stati Uniti - ha promesso una risposta.
Nella giornata europea non ci sarà molto a distrarre dagli sviluppi mediorientali, con pochi dati macro o annunci corporate in programma.
Lo stato delle relazioni tra Gran Bretagna e Unione Europea potrebbe essere tracciato nei primi colloqui del premier britannico Keir Starmer con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen a Bruxelles su temi legati a commercio e sicurezza potrebbero indirizzare i legami britannici con l'Unione Europea. Entrambe le parti hanno parlato di "reset".
In programma gli interventi di diversi esponenti della Bce, tra cui il vicepresidente Luis de Guindos e il capo economista Philip Lane, anche se un taglio di un quarto di punto dei tassi di interesse questo mese sembra certo dopo una serie di dati sull'inflazione e i segnali giunti dalla presidente Christine Lagarde.
A propositi di politica monetaria, è probabile che sarà la Fed ad attirare maggiormente l'attenzione. Venerdì verranno resi noti i dati mensili sui payroll statunitensi, che potrebbero essere decisivi per capire se la banca centrale opterà per una riduzione dei tassi di 25 o 50 punti base il mese prossimo. Indicazioni arriveranno in giornata anche dal rapporto Adp sull'occupazione nel settore privato.
In realtà, la giornata negli Stati Uniti offrirà molto per tenere occupato il mercato, se la situazione in Medio Oriente si stabilizza.
Sembra improbabile una rapida conclusione del massiccio sciopero dei lavoratori portuali che sta bloccando metà delle spedizioni del Paese, visto che nella notte non ci sono state trattative. Lo sciopero, che colpisce tutto, dalle auto al mais, potrebbe costare circa 5 miliardi di dollari al giorno.
I principali sviluppi che potrebbero influenzare i mercati oggi:
-Tasso di disoccupazione della zona euro (agosto)
-Interventi esponenti Bce, tra cui de Guindos e Lane
-Presidente Commissione europea von der Leyen a colloquio con premier britannico Starmer.
-Occupazione Adp negli Stati Uniti (settembre)