9 lug 2025, 08:51 GMT+2 Uno sguardo alla seduta sui mercati europei e globali a cura di Kevin Buckland Donald Trump ha forse mandato in tilt le contrattazione dei metalli durante la notte con la minaccia di dazi del 50% sulle importazioni di rame, ma la reazione complessiva dei mercati a un quadro in continua evoluzione appare relativamente calma e cauta, certamente non caotica come quella dopo il 'Liberation Day' di inizio aprile. Spostata al primo agosto, la scadenza per l'entrata in vigore della tassazione sul commercio concede altre tre settimane ai mercati per meglio prepararsi alle misure. Una parte degli osservatori ritiene inoltre che anche la nuova data possa essere flessibile. A giudicare dalle ultime parole del presidente Usa "non ci saranno più proroghe"; va però ricordato che lo stesso Trump ha in precedenza definito il primo agosto "fermo, ma non al 100%". In ogni caso, l'inquilino della Casa Bianca continua a dirsi aperto alle offerte.
Thomson ReutersMonthly U.S. tariffs revenue

I contratti derivati sull'azionario europeo puntano leggermente al rialzo, in contrasto con i segnali di una continua - seppur lieve - debolezza di Wall Street. Contrastati i listini delle borse asiatiche a riflesso di fattori endogeni. La debolezza dello yen limita le perdite del Nikkei NI225 e le speranze politiche sollevano l'indice sudcoreano , mentre la borsa australiana continua a risentire della scelta della banca centrale ieri di non tagliare i tassi.
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Contrastati i listini delle borse asiatiche a riflesso di fattori endogeni. La debolezza dello yen limita le perdite del Nikkei NI225 e le speranze politiche sollevano l'indice sudcoreano KOSPI, mentre la borsa australiana continua a risentire della scelta della banca centrale ieri di non tagliare i tassi.

Contrastati i listini delle borse asiatiche a riflesso di fattori endogeni. La debolezza dello yen limita le perdite del Nikkei e le speranze politiche sollevano l'indice sudcoreano KOSPI, mentre la borsa australiana XJO continua a risentire della scelta della banca centrale ieri di non tagliare i tassi.

Contrastati i listini delle borse asiatiche a riflesso di fattori endogeni. La debolezza dello yen limita le perdite del Nikkei e le speranze politiche sollevano l'indice sudcoreano , mentre la borsa australiana XJO continua a risentire della scelta della banca centrale ieri di non tagliare i tassi. Sul rame giocano due forze contrastanti: i futures Usa sono saliti ai massimi storici durante la notte, ma quelli di Londra e Shanghai viaggiano in calo, considerato lo scarso margine temporale per spedire il metallo rosso negli Usa prima dell'entrata in vigore dei nuovi dazi. Trump minaccia inoltre un'imposta del 200% sui farmaci, promettendo però un anno o più alle aziende farmaceutiche per prepararsi. Tra i pochi asset che mostrano al momento una chiara direzione il dollaro, che viaggia sui massimi da diverse settimane nei confronti dello yen e recupera terreno rispetto alle principali controparti valutarie. L'agenda scarna di eventi macro o societari in Europa mantiene l'attenzione sui negoziati commerciali tra Washington e Bruxelles. Nonostante Usa e Ue siano prossimi a una sorta di intesa quadro, Trump parla di una prossima lettera alla Ue sui dazi. Eventi che potrebbero influenzare i mercati: - Interventi vicepresidente Bce Luis de Guindos ed economista capo Philip Lane - Federal Reserve pubblica verbali riunione politica monetaria giugno
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